j'accuse mostra di luigi de giovanni a lecce - Art Forum

Message #225

Name: degiovanniluigi
Date:Tuesday November 9, 2004 10:42:07 pm MST
URL:http://www.degiovanniluigi.com
Subject:j'accuse mostra di luigi de giovanni a lecce
Message:Avrei piacere che voi interveniate alla mia mostra.
Cordialmente saluto Luigi De Giovanni

                           
IL PRESENTE VALE COME INVITO                        

                                      PERSONALE di LUIGI DE GIOVANNI
                                                                    PRESSO
 RAGGIO VERDE-ASSOCIAZIONE ARTISTICO SOCIO CULTURALE via Federico d'Aragona, 4 LECCE
 Tel. 339 4038939 - 339 5607242
 E-mail: raggio_verdeonlus@libero.it
INAGURAZZIONE Sabato 4 Dicembre 2004 alle ore 18.30
 la Mostra rimarrˆ aperta fino al 4 Gennaio 2005
Orario di Galleria dalle 17.30 alle 21.00



                                JÕaccuse
                                          di Ambra Biscuso

ÒIo sono convinto che il nostro fratello che vive nel sottosuolo lo si debba tenere alla cavezza.
Si, perchŽ per quanto egli sia capace di restarsene l“ zitto nel sottosuolo fossÕanche per quarantÕanni, il giorno che vien fuori non ce la fa proprio a trattenersi, si mette a parlare, parlare, parlareÉ alla fine, signori miei:  meglio non far niente! é meglio la consapevole inerzia! E dunque evviva il sottosuolo!Ó (F.Dostoevskij)

Dal caos nasce la vita che si consuma nella lotta. ÒJÕaccuseÓ urlano nella loro fissitˆ motoria i jeans di De Giovanni, divenuti vuoti involucri senza corpo dove la storia  scritta a lettere maiuscole, dove la parola si perde nel silenzio. Eravamo abituati e leggere nelle opere di De Giovanni il grido della rivoluzione e lÕavvertimento che tutto poteva finire nella controrivoluzione. Eravamo abituati a leggere: LIBERTAÕ, CAOS, VITAÉLIBERTAÕ, VITA, CAOSÉ, jeans usati come tela su cui tesseva con il colore il suo dissenso verso una societˆ che stritola la libertˆ dellÕuomo a favore dellÕinteresse individuale, del capitalismo. Era il suo parlare. Parole come colori o colori come parole invadevano lÕazzurro del cielo stracciando di rosso il giorno, le vele gonfiate dal vento dellÕideale solcavano i mari della speranza. Parole segnavano lÕorizzonte ed il nero marcava la circolaritˆ della vita e definiva il pensiero. Parole, tante, numerose come compagni nei cortei. Oggi il parlare di Luigi De Giovanni  cambiato, il rosso, il blu, il giallo brillante di un tempo si spengono cedendo il posto alla notte, nessun orizzonte trattiene la parola libertˆ. Le parole sembrano reperti archeologici del passato, menhir di MORTE svettano tagliando in due la tela e lÕorizzonte  LÕUrlo Nel Buio. Il grido rivoluzionario indietreggia e le parole lasciano il posto ai numeri: 50 7x7 49 É due per due quattro. Mi riporta alla mente Dostoevskij quando in: ÒMemorie del sottosuoloÓ dice ÒÉforse tutto lo scopo al quale tende lÕumanitˆ consiste soltanto e per lÕappunto in questa perpetuitˆ del processo del suo raggiungimento, o in altre parole: nella vita stessa, e dunque non nello scopo considerato di per sŽ, - il quale scopo, si capisce, non dovrˆ essere altro se non appunto quel due per due quattro, ovverosia una formula; in effetti quel due per due quattro non  giˆ pi vita, signori miei, bens“ il principio della morteÓ
Ed il 7x7 49 non  pi vita ma il principio della morte?
Dopo il 2 per due non rimane nulla, se non la consapevolezza che ogni azione si termina in un urlo nel buio, mentre il pensiero affoga nellÕinfinito e benchŽ lÕartista tenti di sprofondare nel letto molle dellÕinerzia, cercando di sfuggire allÕinfinito, non riesce a sfuggire al suo pensiero perchŽ ne  prigioniero e carceriere per scelta e per bisogno. Ed anche i numeri svaniscono e rimane lÕuomo abbracciato al ricordo: un gruppo di nostalgici segna il passo dietro un corteo trattenendo tra le mani una vecchia bandiera lacera e stinta con sopra scritta la parola libertˆ e benchŽ De Giovanni appenda la sua rivoluzione ad una gruccia la dipinge di rosso e il jeans dipinto sul jeans diventa memoria. Aderenze contestuali. Ma anche il due per due quattro svanisce. Rimane lÕuomo, lÕuomo che vola nel suo pensiero oltre il limite imposto dalla forma, oltre il limite di quella linea bianca tratteggiata che compare su una tela, quasi strisce pedonali nella memoria, dove la parola libertˆ non  scritta ma si legge e lÕeco della rivoluzione svanisce lasciando lÕimmagine piatta di un jeans sul jeans.
ÒJÕaccuse!Ó.

Programma 2005
Venezia galleria d«arte"III Millennio" Firenze galleria d«arte "Mentana" Filadelfia "Fiera dell«arte" Presentato dalla galleria d«arte "Mentana" di Firenze Curricolo

http://www.degiovanniluigi.com/


lmfedeg@libero.it
Tel. 070 664489
Cell. 3283516620

Cordiali saluti Rosa F. Murgia

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